Sono stanco della stanchezza1 min

di L'Obbiettivo

Se ci stancassimo di vivere? Se vivessimo così tanto da annoiarci? Quale mai potrà essere la risposta esatta ai nostri interrogativi? Ecco, se proprio dovessimo stufarci della nostra routine tanto meglio morire. Proprio quello che è capitato all’ultracentenario David Goodall. Lo scienziato inglese, naturalizzato australiano ha deciso di compiere un viaggio di 15mila km per poter arrivare in Svizzera e far ricorso all’eutanasia. Dopo appena un mese dall’aver soffiato le centoquattro candeline, il botanico più anziano dell’Australia si era stancato della moltitudine di acciacchi e problemi legati alla vecchiaia. L’università non gli permetteva più di recarsi in ufficio, per paura che si potesse far male – già perché lui ha lavorato fino alla sua veneranda età, anche dopo il pensionamento. David Goodall era sano come un pesce – certo aveva pur sempre cento anni – ma stava in salute. L’Australia, proprio come l’Italia vieta il diritto all’eutanasia, ma non è servito a nulla il divieto del suo continente, perché dopo un volo di parecchie ore è atterrato in Svizzera, a Basilea, dove nella “clinica dell’eutanasia” accompagnato dalla musica di Beethoven e prima ancora di aver mangiato il suo piatto preferito di “fish and chips” gli è stata somministrata la dose per potersi addormentare, per sempre. David Goodall è deceduto alle ore 12 a.m di giovedì scorso. A questo punto dovremmo chiederci in che modo più eticamente possibile avremmo agito? Non possiamo rispondere a questo costante interrogativo. Come diceva Epicuro: “quando la morte c’è non ci sono più io, fino ad allora vivo”.

Antonio Panetta

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