La Cattedrale di Gerace si rinnova3 min
Nel bel mezzo del trambusto l’occhio dell’altro visitatore è caduto (stavolta senza ripercussioni fisiche) su un altro elemento che, a suo dire, stonerebbe palesemente col contesto in cui è collocato.
Si tratta di una cattedra, ha balbettato il Vescovo, visibilmente intimidito, elemento strutturale complementare che dà alla chiesa il nome di “Cattedrale”, recentemente aggiunto al complesso strutturale per consentire alla Chiesa di essere elevata a Basilica.
Le parole del Presule non sono state, tuttavia, in grado di ricondurre alla calma i due nordici che, nella successiva conferenza stampa, hanno spiegato che tali brutture non si erano registrate nemmeno a seguito delle invasioni saracene, che l’ambone e la cattedra costituivano elementi strutturali delle chiese anche nel Medioevo, ma che a quell’epoca i templi sacri venivano edificati in esaltazione del divino, in modo che la bellezza ed armonia del luogo di culto esaltasse la grandezza del creato e ne celebrasse la perfezione.
L’uomo moderno ha dimenticato questi valori e costruisce chiese che sembrano realizzate per distogliere da Dio e non viceversa. L’interesse si è spostato dalla necessità di creare ambienti esaltanti la grandezza di Dio verso interessi ben più materiali e terreni, come quello di ottenere l’elevazione di un Tempio a “Basilica”.
Ciò spiega come, nel nostro caso, sia stato possibile realizzare, in maniera scriteriata, un ambone ed un trono in marmo sproporzionati e del tutto avulsi dal contesto architettonico, solo per indirizzare la mira al raggiungimento di un fine.
Rimangono i simboli legati alla tripartizione del transetto, con il chiaro riferimento alla Trinità; rimane l’abside centrale leggermente ruotata e non in asse con la navata, a rappresentare il capo chino di Gesù in croce.
Queste ed altre accortezze e simbologie oggi vengono accantonate per lasciare spazio al discutibile senso estetico di chi sceglie di aggiungere elementi architettonici (seppur a quanto pare essenziali) che inquinano il contesto di sobrietà e purezza in cui si trovano. E fortuna che si tratta di elementi posticci reversibili, visto che sia la cattedra che l’ambone sono stati semplicemente “poggiati” sul presbiterio.
E così, siamo passati dalla Reclinatio Capitis all’ Admovere ille supra e tutto in soli mille anni di evoluzione artistica e culturale.
“Le cose vecchie muoiono in mano dei pazzi” recita un antico proverbio geracese. È quello che hanno dovuto pensare i due normanni uscendo dalla loro Cattedrale, lasciando dentro il vescovo con il suo trono fatto su misura.