Gli USA escono dagli accordi di Parigi1 min

di L'Obbiettivo
L’ombra che aleggiava a Taormina durante il G7 ha preteso la sua concretizzazione e per vederla non si è dovuto attendere molto. Trump ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi, unico (tra l’altro insufficiente) baluardo contro il riscaldamento globale e lo stravolgimento degli ecosistemi.

Come già visto nella campagna elettorale, il presidente, non riconosce la gravità dei problemi ambientali, tanto che nello scorso novembre aveva affermato che “il riscaldamento globale non esiste”. Mostra attenzione solo per gli interessi economici e vorrebbe tentare di favorirli rinegoziando gli accordi, proposta fermamente respinta da Gentiloni, Merkel e Macron. Il suo obbiettivo sarebbe quello di continuare ad abusare di carbone e altri combustibili fossili senza investire in energie rinnovabili che ha definito come uno spreco di soldi.

Vari governatori (come quelli di New York, Washington e California) e sindaci americani si sono subito stretti in quella che è stata chiamata “l’alleanza verde” e hanno dichiarato che manterranno gli impegni nonostante Trump. Alla protesta si aggiungono Elon Musk della Tesla Motors e Robert Iger che si sono dimessi dalle cariche di consulenza che ricoprivano nell’amministrazione Trump.

Ormai lo stravolgimento del clima è un pericolo che solo gli incoscienti possono negare senza essere consci di mentire a sé stessi e la risoluzione di questo problema non è più qualcosa di procrastinabile; è necessario, è il più impellente dei bisogni.

Dopotutto che senso può avere il denaro se il cibo diventa veleno, la terra deserto, le coste fondali e l’aria pece nera? Che senso può avere la ricchezza mentre la vita si perde e la Terra decade? Che senso ha la convinzione di poter vivere in una società senza sopravvivere nel mondo?

Nicola Varacalli

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