“Il piano B” di Angelo Duro a Siderno2 min

di L'Obbiettivo

È stato un capodanno col botto quello della Libreria Calliope Mondadori di Siderno. Tra i tanti illustri autori, ha ospitato anche Luca Bianchini e il suo ultimo successo (liberamente tratto da una storia vera) “So che un giorno tornerai”, Carmine Abate, vincitore del premio Campiello, con la sua nuova storia, “Le rughe del sorriso”, romanzo intimo e personale che, con delicatezza e senza strumentalizzazione alcuna, narra le vicende misteriose di una migrante scomparsa improvvisamente dal suo paese di residenza e, ultimo ma non per importanza, Angelo Duro, personaggio di grande fama nei teatri e sui social network, ora autore esordiente.
Già presentare un libro evitando qualsiasi spoiler sul finale è complicato, figuriamoci quando l’autore non intende neanche parlare dell’ambientazione, dei personaggi, delle vicende o di qualsivoglia aspetto della trama. Eppure, alla fine, Antonio Strangio, il libraio che ha dialogato con Angelo, è riuscito a portare a termine l’evento, tra risate, considerazioni e tante domande dal pubblico. Ve lo assicuriamo: è altrettanto difficile scrivere un articolo sulla presentazione de’ “Il piano B”, visto che si è parlato di tanto, ma molto poco del libro. D’altro canto, cosa ci si poteva aspettare dall’irriverente, odiato e amato, Angelo Duro? Che poi, alla fine, ha ragione. Ha sempre ragione. “Non compratevelo, il libro. Davvero, lo prendete in biblioteca, lo leggete e vi fate un’opinione da soli. Prendetevi pure un altro libro, ma per favore, fatevi un’opinione vostra”, ha consigliato vivamente. Parla delle questioni giuste, probabilmente nella maniera sbagliata. Eppure fa bene, eppure ha ragione. È inutile parlare dei problemi dall’alto, è infruttuoso immedesimarsi in saggi pensatori anonimi e tentare di dettare le giuste norme per vivere bene nella società: Angelo Duro “diventa” il problema e riflette su se stesso, senza mezzi termini, senza simpatia. Forse è davvero, oggi, il modo più genuino di farsi ascoltare e, probabilmente, anche più efficace. Anche in questo caso ha ragione. Dopo aver lavorato per la televisione e nei teatri, ha impiegato i suoi sforzi nella stesura del romanzo e ha insistito affinché non fosse cambiato il suo modo di scrivere: semplice, immediato, alla portata del lettore. Non è un libro che va consigliato. “Quando uno ti consiglia una cosa già c’è un minimo di pregiudizio, positivo o negativo, che può influenzarti. Invece noi dobbiamo parlare quando sappiamo una cosa, quando ne abbiamo conoscenza. Solo così possiamo avere un dialogo”, dice l’autore stesso. In poche parole, abbiate il coraggio di scoprire le cose de soli. Siete curiosi di capire la trama de’ “Il piano B”? Leggetevelo. Noi non possiamo dirvi altro. Affari vostri, insomma.

Elisabetta Spanò

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