Art Attack Maio1 min

di L'Obbiettivo

Avvicinandosi alla fine dell’anno, ognuno di noi avrà pensato bene di redigere una lista di ciò che si ha portato avanti, progetti, sogni realizzati, aspettative che si sono rivelate attuabili. Ecco, in mezzo a questa lunga lista di vittorie e sbagli, c’è forse una persona che spicca per talento e voglia di non voler cambiare, Luigi Di Maio. Proprio lui che, fino a qualche tempo fa, avrebbe desiderato sparire dalla faccia della terra, a causa dei misfatti compiuti dal padre. Il ministro del lavoro ha ritenuto giusto dover compilare questo famoso fogliettino. Ma perché tenerlo con sé o custodirlo gelosamente, quando puoi facilmente condividerlo con tutta Italia attraverso i social network? Sembrerebbe che il famigerato pezzo di carta abbia preso spunto dalle trasmissioni passate di Giovanni Muciaccia, “Art Attack”. Ricordate la parolina magica pronunciata dal conduttore del programma creativo per bambini, quando al termine della realizzazione di un pongo o una buffa maschera carnevalesca, diceva: “fatto”, con tanto di punto esclamativo che traspariva dal sorriso a 40 denti stampato sul volto? Con estrema sicurezza, possiamo affermare che Di Maio si sia rifatto a questa forma di attuazione, scrivendo su ogni progetto o, per meglio dire, sbaglio, la parola “Fatto”. Forse, dobbiamo pensare che la frase: “sarebbe stato molto meglio se fossimo rimasti a casa” era troppo lunga da accostare e per questa ragione si è optato per un semplice: detto-fatto.

Antonio Panetta

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