Il vero viaggio è il ritorno verso casa2 min

di L'Obbiettivo

Cosa proviamo quando partiamo?
Cosa ci spinge ad allontanarci da casa?
Forse saranno motivi economici, oppure, a volte, sentiamo semplicemente il bisogno di lasciare quel posto che per molto tempo ha coperto le nostre radici per scoprirle altrove.
Partire ci fa percorrere nuove strade per abbandonare, momentaneamente, i ciottoli che fino a poco tempo prima ci hanno accompagnato sul sentiero di casa.
Guardare il mondo, osservare culture diverse, ammirare i sontuosi monumenti delle più importanti città e la cucina tipica dei piccoli paesi, può davvero darci una prospettiva diversa di chi siamo e di ciò che vogliamo essere, più semplicemente, magari, della persona che siamo stati e che abbiamo lasciato nel passato, poiché ci siamo evoluti, siamo cresciuti, il nostro stesso organismo è cambiato, basti pensare che siamo già biologicamente differenti da quello che eravamo dieci minuti fa.
Quando viaggiamo, ci adattiamo per conoscere ed apprendere tutti quegli elementi nuovi estranei ad i nostri occhi, ma la verità è solo una: non torniamo mai nello stesso modo in cui siamo partiti.
Chi l’ha detto aveva ragione.
Viaggiare vuol dire scoprirsi, amarsi consapevolmente, accettarsi perché, finalmente, tramite l’incontro con il diverso, inglobiamo ciò che non è uguale a noi e lo apprezziamo, facendone tesoro, costruendo un nuovo cammino, delle nuova fondamenta.
Ecco, abbiate il coraggio di osare e di buttarvi nella mischia, di ballare in luoghi piccoli e spazi angusti, di cenare in ristoranti da quattro soldi per poi prendere il panino più gustoso che abbiate mai mangiato dal carrettino dello street food all’angolo.
Andate a prendere visione di quello che sta fuori dalla vostra zona di comfort e realizzate voi stessi.
Affrontatevi, mettetevi all’angolo, e vivete ogni viaggio come una partita che al novantesimo minuto necessita del vostro gol per far vincere la squadra e vi accorgerete che, alla fine, senza neanche poi così tanta fatica, ma probabilmente tanta meraviglia, avrete vinto voi.
Sì, andate all’avventura, ricordatevi, però, di cos’è “casa”.
Per farvi un esempio conciso, v’invito a guardare il cortometraggio “The Arrivals” del fotografo Peter Funch e del regista Jeppe Rønde, girato per la Scandivian Airlines, in Danimarca.
Non si tratta di un video che riprende lussuosi, comodi ed enormi aerei su cui distendersi per qualche ora finché non arriviamo nella capitale di chissà quale paese.
Il medesimo, difatti, filma gli arrivi, i ritorni, dalle più diverse e svariate parti del mondo negli aeroporti.
Allora ci verrà da pensare che è tornare a casa il vero valore aggiunto.
Scoprire di essere cambiati, ma di essere rimasti sempre gli stessi.
Sapere che chi amiamo ci ha tenuto la mano da lontano, tutto il tempo, lasciandoci osservare attraverso il binocolo dell’inesperienza il mondo che ci circonda.
Forse, allora, ci sarà semplice capire che più che un viaggio fisico, abbiamo dato vita ad un processo mentale che è culminato laddove le nostre origini si sono fondate
e sarà meglio di qualsiasi altra cosa.
“Viaggiando alla scoperta dei paesi troverai il continente in te stesso.”, Proverbio indiano.

Jole Lorenti

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