Guerra social1 min

di L'Obbiettivo

«Le sanzioni stanno arrivando», l’inverno è ormai vicino. Basterebbe aggiungere un soggetto che fissa l’orizzonte ed è tutto pronto per la nuova locandina da affiggere davanti tutti i cinema, in visone mondiale. Potrebbe sembrare che didascalie del genere possano apparire soltanto in film o serie televisive fantasiose. Non è così. Tutto ciò è il semplice risultato degli intricati sistemi di ragionamento adottati dalla Casa Bianca, anziché formulare lunghi discorsi diplomatici, in favore del dialogo, si è optato per un sintetico tweet, dove il presidente Trump (sempre molto ponderato nelle sue azioni) avvertiva l’Iran dell’arrivo delle sanzioni “Sanctions are coming”. Al di là delle questioni economiche legate dietro l’introduzione di queste sanzioni, risulta involontaria la domanda: “perché?”.

Perché dialogare tra un paese ed un altro attraverso un meme (immagine con tanto di didascalia), perché? Analizzando l’evento da un altro punto di vista, per esempio dalla visione di un iraniano, la provocazione sarà stata ritenuta ridicola, giusto? Si è controbattuto con una conferenza stampa. Assolutamente no. Se da una parte Trump si immedesima nella parte di uno dei personaggi del “Trono di Spade”, dall’altra il generale iraniano Qassem Soleimani sta al gioco e risponde di tutto punto con l’ennesima provocazione: «Io ti affronterò». Che dire, atteggiamento maturo e consono ai ruoli da parte di entrambi. Molte di voi penseranno che probabilmente si arriverà ad uno scontro vero e proprio. Nulla da temere. L’unica soluzione sarà una “guerra social”, con tanto di tweet, commenti e dirette Facebook scottanti.

Antonio Panetta

Condividi: