Matrimonio all’italiana1 min

In un’unione tra due persone che si rispetti, che sia civile o religiosa, c’è bisogno prima di ogni cosa: la presenza di un sano litigio, che completi la passione, di per sé già presente. Probabilmente, i nostri due vicepresidenti del consiglio riconoscono i propri limiti. “Luigino e Matteuccio”, (gli appellativi durante l’intimità), hanno molti punti in comune, ma soprattutto molti angoli di contrasto ancora da limare. Inizialmente, i due si erano giurati fedeltà l’uno all’altro nel buon nome di un’ideale, forse, potrebbe essere l’affondamento italiano? Non è credibile, gli obiettivi iniziali miravano al crollo del proprio partito, della credibilità che in qualche modo si erano guadagnati dagli italiani. Di proposte, di giuramenti davanti all’altare ne sono stati fatti molti, ma siamo veramente sicuri che oltre all’aria emessa dalle loro bocche, ci sia dell’altro? Concretezza o astrattezza? La loro unione, la loro fusione, apparentemente, non scindibile è resa non sempre risolvibile, a volte, per la presenza di un terzo incomodo, Giuseppe Conte, che interpreta la parte della suocera e non è facile sapere a chi attribuire la ragione e chi il torto, fa prima a dare la colpa a se stesso. Quando in casa arriva una discussione forte, si sa come avviene, entrambi perdono le staffe e abbandonano il tetto coniugale, lamentandosi l’uno dell’altro con gli amici, ruolo rappresentato dalle dirette Facebook, luogo dove gli sposini riprendono fiato, metodo infallibile per dimenticare i tradimenti, poi tramutati in errori di percorso. Ogni storia d’amore termina con il proprio lieto fine “e vissero per sempre felici e contenti”. Ecco, quanto durerà questa tregua, riappacificazione tra due cuori, uno giallo ed uno verde. Quale colore/cuore trionferà sull’altro. Non ci resta che attendere.
Antonio Panetta