Dieta mediatica: disintossicarsi dai media3 min

di L'Obbiettivo

Mi sembra di leggere l’espressione insofferente sul tuo volto a quel che pensi possa essere l’ennesimo articolo sulle rigorosissime diete che tanto, stiamo certi, stenterai a seguire anche questa volta.

Ma fermati un attimo, puoi stare tranquillo: il cibo questa volta non c’entra!

Ciò che desidero proporti oggi non ti farà perdere chili, ma ti farà guadagnare qualcosa di meno tangibile ma decisamente sostanzioso: il tempo.

Esistono centinaia di diete alimentari, ma gli snack non sono l’unica cosa di cui eccediamo durante le nostre giornate; infatti, passeggiate sui Social networks, infiniti video su YouTube, vere e proprie sedute difronte al telegiornale possono essere altrettanto nocivi per la nostra salute fisica e non solo.

Ma come, mi stai dicendo che dovrei iniziare la vita da eremita?

Non esattamente. Mi spiego: trovo coscienzioso rimanere aggiornati ed evitare di estraniarsi dal resto del mondo, ma rimanere ininterrottamente ancorati ai media può rivelarsi una fonte di stress oltre che una plateale perdita di tempo. E a questo punto trovo seriamente preferibile provare il brivido di vivere qualche giorno in eremitaggio, piuttosto che straziarsi difronte all’ennesima flash-news.

Ma vorrei farti capire meglio ciò che intendo, magari facendoti richiamare alla mente quel momento in cui, trovandoti sulla bacheca di Facebook, sei stato colto dal desiderio di pigiare su quel determinato post e, fino a lì tutto bene, ma poi hai continuato a scorrere sulla home ed ecco che il tuo navigar senza meta ti ha fatto perdere la cognizione del tempo.

Ma potremmo anche alludere alle interminabili ore passate sui siti d’informazione on-line senza, alla fine, aver trovato alcunché di lontanamente simile a ciò che stavi cercando od ancora alle conversazioni improduttive senza capo né coda intrattenute con amici su ogni sorta di chat di instant messaging.

Oltretutto, ti rammento che il nostro cervello non è fatto per gestire un simile bombardamento mediatico e che rischia di scivolare in uno stato di sovraccarico informativo: tanto stress e la netta sensazione di non avere tempo a sufficienza.

A ragion veduta, vorrei farti riflettere sulla marea di tempo perso che avresti potuto impiegare in qualcosa di davvero significativo per la tua vita: un progetto importante, un incontro con una persona interessante, quell’evento che posticipi da tempo, oltre che tentare di dissuaderti dalle potenziali insidie che si celano tra la lettura di un’informazione apparentemente innocua e l’altra.

“Bene, mi hai convinto. Da dove inizio questa dieta mediatica?”

Forza e coraggio e iniziamo focalizzandoci sui vari veicoli informativi che intessono le nostre vite.

  • Telegiornali: se tieni alla tua integrità mentale abiura o, perlomeno, diffida dei telegiornali.

Ebbene, per assurdo i notiziari stentano a fornire notizie di buona qualità, o sporadicamente lo fanno. Ma oltre che peccare nell’informazione, costituiscono un probabile danno in ragion del fatto che tendono a distorcere alcuni aspetti del reale, talvolta fomentando fobie, con l’indiscutibile funzione di destare scandalo e attirare l’attenzione dell’audience. Inizia la tua dieta mediatica riducendo la cattiva informazione e iniziando a nutrirti di sole notizie ben filtrate e selezionate.

  • Giornali: informati con cautela. Non si vuole demonizzarli, ma anche qui vi è il rischio di imbattersi nel sensazionalismo (Tizio ha tradito Caio, che scandalo!) o nel gusto del macabro tanto cari ai tg, per fare qualche esempio. Inoltre, si cerca strenuamente di “colorare” un’informazione per perseguire fini di consenso politico, sociale o semplicemente per calamitare più lettori possibili.

I giornali restano comunque un miglior mezzo di fruizione della cultura rispetto ai telegiornali, seppure purtroppo tendano molto spesso a perdere di vista l’obbiettività di un’informazione in virtù dei vari schieramenti politici.

Dunque, sì ai giornali, ma sempre con occhio critico e, magari, con un po’ di predilezione verso articoli più tecnici e meno propensi alla spettacolarizzazione di notizie.

  • Internet: questa valle infinita di (dis)informazione. Le miriadi di siti e di social network sono un’arma a doppio taglio: possono rappresentare una delle migliori fonti di informazioni veritiere e verificate, ma al contempo possono dar vita a una proliferazione di fake news e di dati artificiosi da indurre alla nausea. Inoltre, hanno il potere di farci perdere la cognizione del tempo oltre che l’attenzione sui momenti importanti della nostra vita.

Ma la dieta mediatica non è fatta solo di rinunce e disintossicazione, prevede anche l’assunzione di alcuni ingredienti fondamentali: la partecipazione attiva alla tua vita e l’audacia di immergerti nel magico mondo delle interazioni. Metti da parte il cellulare ed impara a comunicare, una capacità che, per quanto data per scontato nell’era della comunicazione di massa e delle videochiamate oltreoceano, rimane l’azione più naturale e al contempo più difficile che l’uomo possa compiere.

“Il connubio di odio e di tecnologia è il massimo pericolo che sovrasti l’umanità. E non mi riferisco alla sola grande tecnologia della bomba atomica, mi riferisco anche alla tecnologia della vita di ogni giorno: conosco persone che stanno per ore davanti al televisore perché hanno disimparato a comunicare tra loro.”

(Simon Wiesenthal)

Nadia Barillaro

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