“Due come loro”, il nuovo libro di Marco Marsullo: ma “Loro” chi?2 min

di L'Obbiettivo

Ti lascia senza fiato. Come rimangono senza fiato tutte le “vittime” del doppiogioco di Shep, d’altronde. È uno di quei libri assurdi: ci metti meno tempo a leggerli che a pensarci su.

Un romanzo che, sin dalla prima pagina, ti sussurra “ridi ridi, ti tartasserò da quando mi poserai sulla mensola a chissà quando”.

Ed è vero, perché l’autore è stato geniale, geniale ed infame.

Sin dall’inizio sai come va a finire, ma ti distrai, ti fai trascinare da tutti i possibili risvolti proposti, da Mick, il gatto rosso, dalla signora Loredana, dalla capigliatura del diavolo, da Katy Perry e dalle feste divine. E poi rimani a bocca spalancata come un cretino leggendo le ultime righe. Geniale e infame, come Shapiro, detto Shep, il protagonista, che soffoca gli errori con altri errori, che ama e prova a farsi amare, che pensa, ripensa, mette tutto in ordine (come si è soliti dire “tutto a posto e niente in ordine”, per Shep è il contrario) e fuma, fuma tantissimo, fuma così tanto che fa venire la tosse pure a te che leggi. Un giovane uomo a metà fra il bene e il male. Che poi, cosa sono il bene e il male? Tié: Marsullo risponde pure a questo, la risposta ti può piacere o meno, ma risponde, o quanto meno ci prova. Te lo dice attraverso Dio e il Diavolo, dissacrati e dissacranti, onnipotenti a modo loro, descritti dettagliatamente come due anzianotti particolari, così realistici che ti chiedi se quel vecchietto in decappottabile l’altro ieri non fosse il Padreterno.

“Due come loro” ti resta dentro, ti strangola il cervello e ti fa bruciare come se fossi un eretico, scaricandoti il peso della sua maledizione. Parola dopo parola ti fa affezionare ai personaggi, te li fa odiare e amare, ti insegna ad apprezzare i loro difetti e a renderti conto che sono difetti che, probabilmente, hai anche tu. Stereotipi? Nessuno. Mai. Al massimo è Cesare Dente, se proprio può essere definito “stereotipo”, l’eccezione che conferma la regola, ma sta bene nel contesto e rende tutto armonioso al punto giusto.

Un po’ come riesce a fare Niven, ma in maniera più romantica e meno distaccata, Marco Marsullo ti fa ridere delle disgrazie, ti fa sentire in colpa per aver riso, e ti fa piangere.

“Due come loro” è una storia completa, con amore, odio, umorismo, dolore e satira, per colpa della quale, fosse stato pubblicato qualche anno fa, sarebbe potuto finire nell’Indice dei libri proibiti della Santa Inquisizione, perché tra le sue pagine l’autore prende posizioni ben precise su argomenti considerati spinosi, come l’omosessualità, e ne discute, usando le parole dei personaggi. È, tra tutte le altre cose, un resoconto di quella che è la società di oggi, nascosta nelle parole di un imprenditore di nome Ettore che sta per uccidersi perché crede di aver perso tutto e sta per lasciare i bambini senza un padre perché dei canadesi sono riusciti a fregarlo negli affari, nel penzolare incessante delle gambe di Suor Marianna che non vede più il Dio che aveva deciso di seguire qualche anno prima, nella finta frivolezza di Melinda che, nonostante sia una tossicodipendente bella e buona, è una delle pochissime persone che riesce ad ascoltare gli altri. Ogni personaggio racconta tanto di sé, e nell’identità di ognuno c’è un pezzo del mondo, così da avere tra le mani, alla fine, un reportage della realtà quotidiana che ci circonda e che, spesso, vediamo ma non osserviamo. O almeno non tanto da scriverci un libro così bello.

Elisabetta Spanò

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