Dietro “Due come loro”: intervista a Marco Marsullo al Mondadori Bookstore Siderno3 min

di L'Obbiettivo

Shep, 36 anni, lavora per Dio e per il Diavolo. Per conto del primo dissuade gli aspiranti suicidi a compiere “l’ultimo gesto”, per il secondo, invece, li convince a farlo. Oltre ad essere un doppiogiochista, è il protagonista del nuovo romanzo di Marco Marsullo, “Due come loro” (leggi qui la recensione), che l’autore ha presentato al Mondadori Bookstore di Siderno venerdì 8 giugno alle 18:00. L’evento, in pochissimo tempo, si è trasformato in una discussione piacevole, a tratti esilarante, nella quale si è scoperto tanto su quest’autore particolare. Lo scrittore napoletano ha iniziato la sua carriera con il libro Ho Magalli in testa ma non riesco a dirlo, pubblicato da una piccola casa editrice e ormai praticamente introvabile. Ha raggiunto il successo grazie alla collana “Einaudi Stile Libero”, ideata da Paolo Repetti e Severino Cesari, in modo alquanto bizzarro: ha prima provato a contattare Repetti, che non ha risposto, e poi ha mandato un’email alla casella di posta elettronica di Cesari, del quale si è inventato l’indirizzo (su internet non si trovava, quindi l’ha ricavato modificando quello dell’altro editore). Meraviglie delle meraviglie, ci aveva azzeccato, e aveva mandato il manoscritto giusto. Così, nel 2013, esce Atletico minaccia Football Club. Continua a scrivere, e la sua passione più grande diventa ufficialmente il suo mestiere.

Ma cosa si sa, ora, sull’affascinantissimo Due come loro?

Due come loro parla di dolore, un motivo che accomuna tutti gli uomini. È qualcosa che ci segna, che ci ricorderemo per molto tempo, dalla quale è difficile guarire. La gioia è più semplice da trovare, ma è anche più facile da perdere, mentre il dolore rimane lì, a farti “ciao ciao” con la manina quando ti senti troppo solo. Però c’è redenzione per tutti i dolori, secondo Marsullo. D’altronde, lui riesce a scrivere solo quando è felice.

Durante la presentazione sono stati approfonditi tutti gli aspetti del libro e di chi lo compone. Oltre a Shep, il protagonista, hanno un ruolo fondamentale anche i personaggi secondari, che sono indispensabili per rendere realistico l’ambiente in cui si sviluppa il racconto. È necessario studiare bene ogni singolo tratto di chi si descrive, anche i nomi, che l’autore sceglie con cura, e il modo in cui entrano nella storia. Melinda (il suo personaggio preferito), vi accede sfondando una vetrina. Shep, all’esordio, rimane nascosto, e viene celata la sua identità fino al secondo capitolo. Cesare Dente, una “macchietta”, mangia, mangerà durante tutta la sua comparsa, ed è l’unico personaggio rassicurante di tutto il romanzo. Come non menzionare poi Dio e il Diavolo? Per curare alcuni tratti del primo Marsullo si è ispirato a Paolo Repetti e, come ciliegina sulla torta, vi ha aggiunto una sorta di contrappasso per contrasto: mentre di solito tutti rivolgono a Dio le loro preghiere senza aspettare che lui risponda, inondandolo di formule e richieste, in Due come loro è Dio quello logorroico, che parla addosso, che non lascia il tempo di rispondere. In più è fissato con la Apple e la Coca-Cola. Dall’altra parte abbiamo il Diavolo, più misterioso e sensuale, imprevedibile e dai gusti strani, tentatore e ottimo cuoco. Ma se ci sono loro, ci devono essere anche Paradiso e Inferno. Nel romanzo, e probabilmente anche nella realtà, non c’è nulla di trascendentale: questi due regni sono realtà quotidiane. L’inferno, ad esempio, è girare sempre nella stessa rotonda senza riuscire a beccare l’uscita giusta, avere una lista infinita di connessioni Wi-Fi senza conoscere le password per connettersi, e così via. Tra l’altro, siamo noi stessi la sede di questi due mondi contrapposti, poiché, come ha fatto notare lo scrittore, siamo capaci di pensare cose terribili, ma anche di mettere al mondo la vita, che è praticamente la cosa più bella e buona che si possa fare.

A conclusione di tutto, ha dato qualche consiglio per chi si cimenta nella scrittura: ci vogliono passione e dedizione. Scrivete tanto e leggete tanto.

Possibilmente anche questo libro.

Elisabetta Spanò

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