Addio bonus cultura: da oggi meno scarpe e più buon senso1 min

di L'Obbiettivo

Non sembra esserci spazio sul taccuino delle cose da fare del nuovo governo gialloverde per il bonus cultura riservato ai neo maggiorenni. Il buono del valore di 500€, introdotto dal governo Renzi nel novembre 2016, ha permesso a milioni di diciottenni italiani di poter acquistare libri, e-book, biglietti per musei, concerti, teatro, cinema e tanto altro ancora, agevolando di fatto i giovanissimi nell’approccio al mondo della cultura e dell’arte. Le ragioni del neo Ministro della Cultura Bonisoli ci sembrano in realtà avere veramente ben poco di ragionevole: «Dobbiamo porci il problema di come incuriosire i ragazzi (…) non credo che dare dei soldi ai giovani per comprarsi dischi e libri serva più di tanto, meglio investire per migliorare la didattica». E ancora: «Meglio far venire ai giovani la fame di cultura facendoli rinunciare a un paio di scarpe». Ragionamento che non fa una piega, sfido qualunque diciottenne ad avere la minima esitazione nello scegliere tra un vernissage retrospettivo di arte contemporanea ed un paio di converse glamour star. O magari, ad avere il minimo dubbio nel regalarsi a Natale un’enciclopedia dantesca in trenta volumi piuttosto che un iPhone X di ultima generazione.

I numeri dicono che circa 800.000 ragazzi, dal 2016 ad oggi, hanno tratto beneficio dal bonus spendendo in totale oltre 260 milioni di euro tra libri, musica ed eventi culturali; sarà che “con la cultura non si mangia”, ma sembra quasi impossibile che tutto ciò possa finire a causa di qualche vizietto di natura prettamente politica, che vede l’attuale governo snobbare, per non dire aborrire, ogni elemento di continuità con il precedente. Tra l’ansia per le ancora ignote modalità del nuovo esame di maturità 2019, il disastro dell’alternanza scuola lavoro, la minaccia di un possibile ritorno del servizio di leva e questa nuova sorpresina, risuoneranno sempre più credibili e rassicuranti per i classe 2000 le belle parole che questo governo spenderà nei confronti dei giovani e del progresso.

Perché noi saremo anche il futuro, ma viviamo nel presente, e il presente è fatto di gente che fino a ieri partecipava al grande fratello o magari vendeva noccioline allo stadio e ora si ritrova, con tanto impegno eh, a governare il nostro Paese.

Giuseppe Galluzzo

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