Una minaccia del 458 A.C1 min

di L'Obbiettivo

A quanto pare, non esistono più le minacce di una volta, quelle che si realizzavano in due secondi con l’utilizzo di pezzi di giornale messi insieme per formare ricatti o per spaventare con piccioni viaggiatori o, addirittura avvoltoi. Sembrerebbe, che invece di evolversi gli artefici che hanno inviate minacce all’archeologo per metà svizzero e per metà pugliese siano tornati indietro nel tempo, anzi, all’epoca di Eschilo, rispolverando una sua opera. La lettera è arrivata con tanto di accenti, ma soprattutto in greco antico ad Austacio Busto. Anni fa, il professore archeologo aveva denunciato atti di corruzione nel suo paese alle autorità competenti, dando inizio ad azioni punitive che si sono susseguite attraverso diffamazioni e, a quanto pare, anche con l’aiuto di tragediografi della Grecia Antica.

A nome degli italiani, grazie professore Busto. Atti di giustizia e di legalità in Italia dovrebbero avvenire quotidianamente.

Antonio Panetta

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