Paura fra i golosi: cioccolato a rischio estinzione2 min

di L'Obbiettivo

Niente più cioccolato nel mondo? È la domanda che sta causando il panico tra gli amanti di questa famosa prelibatezza e, purtroppo, non si tratta di semplice fantasia. L’incubo dei golosi potrebbe avverarsi e neanche in un tempo troppo lontano. Gli scienziati di tutto il mondo, infatti, avvertono che entro il 2050 la pianta del cacao rischia di scomparire completamente dalla Terra. Queste preziose piantagioni necessitano condizioni climatiche ben definite: nel dettaglio, per crescere e dare i loro frutti, hanno bisogno di un’umidità compresa tra il 70% e il 100%. Ad oggi, le temperature aumentano in modo allarmante e l’ambiente diviene sempre più secco e meno adatto alla coltivazione, in particolare in Costa d’Avorio e Ghana. Da qui arriva oltre il 50% del cacao che utilizziamo nel nostro mercato e l’aumento della richiesta non fa altro che intensificare le produzioni e causare, conseguentemente, un maggiore sfruttamento del terreno, aggravando una condizione già abbastanza critica. Nei prossimi 30 anni la situazione è destinata a peggiorare e, secondo gli esperti, il 2050 sarà proprio l’anno dell’ultimo raccolto.

Cosa fareste voi, dunque, se da un giorno all’altro il cioccolato smettesse improvvisamente di esistere e la Willy Wonka o la Mondelēz International, la multinazionale che possiede il marchio Milka, chiudessero i battenti? Niente panico: la Mars Company ha investito circa 1 miliardo di dollari nella ricerca e gli Studiosi dell’Università della California sono già al lavoro per scongiurare il rischio estinzione. Diretti da Myeong–Je Cho, direttore del dipartimento di genomica vegetale, gli scienziati stanno sperimentando la coltivazione di piantine di cacao fortificate con l’immissione di geni CRISPR in serre refrigerate sperando che, poi, saranno in grado di sopravvivere a temperature più alte. Questa è la prima delle due soluzioni a disposizione. Un’alternativa potrebbe essere l’abbandono della coltivazione intensiva a favore delle micro–coltivazioni dei piccoli produttori del Sud America. Insomma, una vera e propria delocalizzazione delle aziende al fine di avere minor numeri ma con qualità maggiore. Sebbene l’origine del cioccolato sia sudamericana, gli europei hanno imparato ogni segreto dell’arte della sua lavorazione e sembra quasi impossibile immaginare un mondo senza. Snack, torte, dolciumi… La sua estinzione causerebbe una vera e propria rivoluzione. Eppure il cioccolato ha una storia alquanto bizzarra. Le prime notizie circa il suo utilizzo provengono dagli Aztechi che usavano i chicchi di cacao come moneta di scambio oppure li bruciavano durante i loro riti religiosi. I Maya, invece, erano soliti indicare con tale termine una bevanda di cacao preparata con acqua calda e aromatizzata con peperoncino: si trattava del cosiddetto “cibo degli dei”, riservato a una ristretta cerchia di classi sociali. Furono gli spagnoli ad eliminare il peperoncino e aggiungere vaniglia e zucchero, esportando presso la Contea di Modica la tradizionale tecnica di produzione di tavole di cioccolata solida.

Molti ed interessanti sono, inoltre, i benefici del cioccolato: sembra, ad esempio, che esso contenga amminoacidi responsabili di un aumento della produzione di serotonina e di endorfine, gli ormoni del benessere fisico e del buon umore. Ma accanto alle proprietà antidepressive, pare che esista una vera e propria dipendenza dal cioccolato, il cosiddetto “cioccolismo”, che avrebbe già colpito il 40% della popolazione femminile e il 15% di quella maschile.

Il cioccolato fondente, inoltre, riduce i fattori di rischio cardiovascolare grazie al suo alto contenuto di flavonoidi, con grandi proprietà antiossidanti.

Insomma, che sia fondente, al latte oppure bianco, il cioccolato ha fatto innamorare milioni e milioni di persone. Ordunque, ci domandiamo: come sarebbe un mondo senza cioccolato?

A voi la risposta.

Jessica Mandorla

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