Buoni propositi per l’anno nuovo3 min

di L'Obbiettivo

Chi, dopo un anno ozioso, non stila una lista di “buoni propositi” per l’anno in arrivo? L’hanno fatto tutti. C’è chi si deve iscrivere in palestra, chi deve trovare l’amore, chi deve scrivere un libro, chi deve evitare insufficienze a scuola, e così via. Insomma, la fine dell’anno è, per tutti, quel magico momento in cui le speranze per il futuro sembrano diventare promesse.

E se, per una volta, scrivessimo un elenco di buoni propositi “comunitari”?

Iniziamo con la Calabria. Stiamo partecipando ad una lenta, quasi impercettibile, magia di purificazione. Nel 2017 abbiamo assistito ad eventi, manifestazioni ed iniziative culturali. Sono stati inseriti due percorsi naturali calabresi nell’ “Atlante dei Cammini d’Italia”, è stato presentato il progetto M.E.D, sembra che ci sia stata una svolta per la cosiddetta “Fabbrica della puzza” di Siderno… a quanto pare la Locride e la Calabria intera non sono state solo palco di crimini e processi, ma anche di attività di recupero del territorio. Cosa augurarsi, quindi, per il 2018? Si auspica un rinnovo degli edifici scolastici (questo si spera da molti anni, effettivamente), che quella linea poco chiara tra mafia e istituzioni diventi un baratro, che tutti i criminali a piede libero vengano incarcerati e che i “segreti di Pulcinella” escano ufficialmente allo scoperto. Si spera che sperare non rimanga un’azione utopica, ma che possa, alla fine, concretizzarsi in azioni, modelli da seguire, rinascita.

Passiamo ora all’Italia. Proprio ultimamente sono state sciolte le Camere, il 4 marzo gli elettori sceglieranno i loro rappresentanti al Parlamento. È stata approvata la legge del Testamento Biologico e sono stati modellati i criteri, ancora in stallo, per procedere all’assegnazione della Cittadinanza Italiana. Allo stesso tempo abbiamo assistito a strafalcioni assurdi: dal “sempre più migliori” dell’infuocata ministra Fedeli (che, ricordiamocelo, dovrebbe curarsi dell’Istruzione), a Salvini che non ha ben capito la funzione grammaticale della parola “Nord”. Cosa augurarsi, se non un minimo di senno da parte degli italiani? Magari al posto del solito “è colpa dello Stato” c’è da rendersi conto che lo Stato siamo noi, e che siamo noi a decidere chi ci rappresenta. Un altro buon proposito sarebbe quello di smetterla di idolatrare dittatori morti e sepolti, che hanno segnato le pagine oscure del nostro Paese. Maria Tudor avrà “fatto anche cose buone”, ma ha ucciso tutti i protestanti inglesi, per questo viene ricordata come “La Sanguinaria”. Quindi, magari, al posto di inneggiare alla dittatura, impariamo ad usufruire in maniera opportuna della democrazia.

A livello mondiale la situazione è pessima. Non bastavano le guerre, il terrorismo, le carestie, l’effetto serra, no, dovevano esserci anche Donald e Kim a peggiorare le cose. Due adorabili “facce di Pasqua” che giocano a chi ha la paperella esplosiva nucleare più bella, a chi ha le penne della coda più colorate, a chi sputa più lontano, a chi proclama più capitali. Il destino del mondo si sta scegliendo a colpi di Tweet, e non che Twitter ci dispiaccia, però, forse, Gandhi ci rimarrebbe male. Per non parlare di Darwin.

Come proposito dell’anno nuovo c’è, principalmente, quello di non estinguerci, di non diventare mutanti a tre teste come nei miti greci, di non iniziare la terza guerra mondiale. Speriamo che Donald si renda conto che lo scioglimento dei ghiacciai c’è davvero, che non c’è bisogno di scatenare guerre a caso, che ha una paperella bellissima e che non c’è bisogno di rubarla a Kim, che, dal canto suo, sembra non volersi accontentare dei giocattoli che già possiede. Speriamo che il mondo smetta di essere un concorso mortale fra superpotenze, e ritorni ad essere semplicemente un pianeta popolato da uomini, che si dovrebbero rendere conto di essere tutti, allo stesso modo, umani.

E per noi fringuelli de “L’Obbiettivo”? Quali sono i nostri propositi per l’anno nuovo? Sicuramente continuare a cantare ciò che vediamo, ciò di cui facciamo parte, ciò che ci sta a cuore, senza che la nostra voce venga mai smorzata. Il nostro proposito è perseverare nel dire la nostra senza indugi, perché siamo ragazzi, e non siamo solo il futuro, ma viviamo, soprattutto, nel presente.

Elisabetta Spanò

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