Uno strano ospite: Oumuamua, un asteroide interstellare1 min

di L'Obbiettivo

È da ormai oltre tre mesi che gli osservatori di tutto il mondo controllano e studiano questo strano ospite che ha immediatamente imposto alla IAU, l’Unione Astronomica Internazionale, la creazione di una nuova denominazione e classificazione.

«1I’/Oumuamua» è il suo nome ufficiale, in cui 1 indica che si tratta del primo elemento di questo tipo, la I simboleggia “Interstellare” e “Oumuamua” significa, in lingua hawaiana, l’arcipelago dal quale fu scoperto per la prima volta, “messaggero che arriva per primo da lontano”.

Inizialmente teorizzato come cometa e, successivamente, asteroide, Oumuamua è un oggetto dissimile a qualsiasi altro corpo celeste presente all’interno del Sistema Solare.

Ha una forma allungata e conta circa 400 m di materiale rossastro, roccioso o metallico, e deriva dallo spazio interstellare.

Combinando gli studi del Very Large Telescope dell’Eso e dell’equipe di astronomi guidata da Waren Meech risulta ruotare sul proprio asse ogni 7,3 ore, inerte, e la mancanza di acqua testimonia l’irradiazione dei raggi cosmici avvenuta nel corso di non meno di milioni di anni.

La sua radiazione eccentrica ha fatto immediatamente pensare ad un’ipotetica identità aliena con, addirittura, diretta trasmissione di segnali extraterrestri. Inoltre la sua traiettoria risulta essere iperbolica, al contrario dell’ellisse chiusa che avrebbe simboleggiato un’orbita attorno al Sole.

Ma, purtroppo, per gli appassionati di fantascienza, nessun messaggio sembra provenire da questo strano asteroide. La Breakthrough initiative, mediante una release sul proprio sito, ha dichiarato che, infatti, non sono stati riscontrati alcuni segnali artificiali provenienti dall’inusuale corpo celeste.

Gli studi degli scienziati continuano senza sosta prima che Oumuamua fuoriesca nuovamente dal Sistema solare. Da tutto il mondo gli occhi sono, infatti, puntati al cielo.

Sono previsti ben quattro blocchi di osservazioni in quattro bande radio differenti. Dopo l’esperienza con il primo asteroide non studiato, l’attenzione adesso è alta. Si sperava in un emissario, sull’esempio dei Voyager spediti dalla Terra circa 40 anni fa.

Gli studi continuano imperterriti e, seppur forse non giungerà alcun segnale anomalo, si ricercano perlomeno molecole di idrossile per scoprire un’eventuale presenza di acqua nello spazio interstellare.

Jessica Mandorla

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