Un caffè amaro1 min

di L'Obbiettivo

Bevete il caffè? In cialde o in capsule? Se aveste voglia di dare una svolta alla vostra giornata, comprate il caffè “Zù Totò”, prossimamente in tutte le migliori carceri d’Italia. Vi starete chiedendo cosa sarà mai? Maria Concetta Riina, la figlia del defunto boss della mafia siciliana, Totò Riina (deceduto il 17 novembre), sembrerebbe abbia voglia di dedicare a suo padre il nome di un caffè, che a detta di loro “avrà un gusto esplosivo”. Le forze dell’ordine hanno immediatamente chiuso la pagina, dove pare vi fossero già entrate delle richieste da parte di followers (in italiano: idioti), i quali erano interessati al prodotto, targato legalità. Immaginate un mondo migliore, i nipoti di Al Capone aprono un’industria di merendine con la faccia del noto gangster americano come logo “d’onore”. Ma quello ancor più comico resta il fatto che ancora oggi i parenti di noti fuorilegge speculino sulla loro morte o, addirittura sulla loro “fama”, sta a voi giudicare di che tipo. La signora Riina aveva già in mente l’indicazione dello spot pubblicitario: “Buondì a casa di Totò”. Pubblicità accattivante, tanto che sarebbe potuta diventare il nuovo slogan italiano. “Se famoso vorrai diventare, un papà boss dovrà crepare”. Ah, giusto. Come dimenticare, oltre alla scelta dei notevoli alimenti nuovi di zecca, che non vi venga mai in mente di mettervi alla ricerca del “buonsenso”, non sia mai. Non ci resta che aspettare l’arrivo del caffè sulle nostre tavole e sembra che la prima assaggiatrice sarà proprio Rita Dalla Chiesa, impaziente di provarlo.

Antonio Panetta

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