Il testamento biologico è legge: ecco cosa cambia2 min

di L'Obbiettivo
La legge sul biotestamento è passata in Senato senza ulteriori modifiche. Questo significa che dopo la firma del Presidente della Repubblica sarà possibile lasciare indicazioni per le terapie e i trattamenti nelle fasi finali di una malattia. Una persona malata avrà quindi la possibilità di dare o meno il consenso a determinati trattamenti. Attraverso le Dat (Deposizioni anticipate di trattamento), il paziente lascia le sue volontà e le affida ad un fiduciario, che ha il compito di farle rispettare anche quando il depositario non perderà la possibilità di pronunciarsi in merito. Il paziente può revocare o modificare le Dat tramite un documento scritto o una videoregistrazione, o, in casi di urgenza, in presenza di due testimoni. Le Dat possono essere modificate, anche dopo la perdita di coscienza del depositario, dal medico e dal fiduciario “qualora esse appaiano palesemente incongrue o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente ovvero sussistano terapie non prevedibili all’atto della sottoscrizione, capaci di offrire concrete possibilità di miglioramento delle condizioni di vita”. Il paziente non può esigere delle cure non previste dalla legge o dalla deontologia, però può rifiutare i trattamenti sanitari (tra i quali idratazione e nutrizione artificiali). Il medico “è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare il trattamento sanitario o di rinunciare al medesimo e, in conseguenza di ciò, è esente da responsabilità civile o penale”, ma la struttura sanitaria nel quale è ricoverato il paziente è obbligata a rispettare a pieno le deposizioni dell’infermo. L’accanimento terapeutico senza il consenso del paziente è vietato, e, in caso di prognosi di morte imminente, è possibile ricorrere alla terapia del dolore e alla sedazione palliativa continua. Per quanto riguarda i minori sono i genitori o il tutore a dover lasciare le indicazioni e le deposizioni del caso, tenendo però sempre conto del volere del paziente, della sua età e del suo grado di maturità.

Arrivare sino all’accettazione di questo modello di legge non è stato semplice. Ci sono voluti otto mesi, e innumerevoli scontri sia tra i partiti politici che nell’opinione pubblica. La legge è stata approvata con 181 sì, 71 contrari e 6 astenuti. Benché la maggior parte dei politici abbia gioito per questi provvedimenti, i partiti di centro–destra sono contrari e negativi. Alle votazioni in Senato era presente anche Mina Welby (moglie di Piergiorgio Welby), co–presidente dell’associazione attivista “Luca Coscioni”, che si è commossa quando sono stati pronunciati i risultati.

Per molti la promulgazione di questa legge è un passo in più verso la dignità, per altri (soprattutto ferventi religiosi) è invece un salto nel baratro. Indubbiamente, il biotestamento dà la libertà al paziente (che, per prima cosa, è una persona) di scegliere come combattere la propria malattia e di decidere se mettere fine al proprio dolore; dolore che, senza dubbio, non è giudicabile, per il quale bisogna semplicemente nutrire profondo rispetto. Per quanto controversa sia questa decisione, è certo che questa permetterà una maggiore possibilità di scelta e una migliore assistenza in momenti difficili come quelli di una malattia degenerativa. Chi vorrà continuare a sottoporsi a trattamenti e cure, sarà sempre verrà tutelato insieme alle sue libere scelte, perciò, chi non desidererà lasciare un testamento biologico, potrà astenersi tranquillamente dal farlo.

Elisabetta Spanò

Condividi: