USA, editing genetico come cura1 min
Invece della buona vecchia Crispr–Cas9, è stata usata la tecnica della “nucleasi a dita di zinco” una sorta di forbice che “taglia” un certo target e permette al gene corretto di inserirsi.
Come si agisce praticamente? Si modifica un virus per renderlo innocuo e capace di far produrre alle cellule le dita di zinco e il gene corretto, poi le si inviano negli organi interessati. Una volta che il virus ha agito, le cellule colpite e tutte le cellule da queste generate (“figlie”) saranno in grado di sintetizzare l’enzima mancante.
Il pericolo di questa tecnica è quello che le dita di zinco vadano a tagliare delle sequenze genetiche simili al target, dette starget, andando così a creare nuovi problemi. Questa possibilità è piuttosto remota, comunque sequenziando preventivamente il DNA del paziente si può capire se il problema può insorgere o meno.
Il paziente Brian Madeux ha avuto il coraggio di sottoporsi a qualcosa di nuovo e ha dichiarato: «Voglio assumermi questo rischio. Spero che aiuterà me e altre persone». Se veramente la terapia sarà stata d’aiuto lo si saprà però solo tra tre mesi.
E per quanto riguarda l’etica? Certamente curare una malattia col consenso del paziente non è da ritenersi sbagliato, ma stiamo attenti a non oltrepassare Gattaca, perché date le mire di onnipotenza degli uomini, da qui all’eugenetica, ai “figli programmati”, il passo potrebbe essere breve.
E la fantasia della natura è così bella.