Sophia, il robot con la cittadinanza saudita2 min

di L'Obbiettivo

Sophia è un robot che somiglia ad Audrey Hepburn. È l’ultimo modello della Hanson Robotics, una società americana con sede a Hong Kong, che si occupa della progettazione e dell’assemblaggio di robot umanoidi fondata da David Hanson.

Sophia è stata attivata per la prima volta il 19 aprile 2015. È dotata di riconoscimento facciale, intelligenza artificiale e memoria. Intrattiene conversazioni, è stata svariate volte ospite di talk show (da Good Morning Britain al The Tonight Show), ha cantato in un concerto e ha girato alcuni video (visibili sul canale Youtube della Hanson Robotics) in cui dialoga con uno dei suoi creatori.

Sophia è, a guardarla, impressionantemente simile ad un umano. Guida le automobili e possiede una mirabile capacità di movimento facciale che le permette di imitare alla perfezione le espressioni umane. La compagnia ideatrice le ha creato un sito internet tutto suo (www.sophiabot.com) dove c’è la possibilità di “scrivere” e comunicare con Sophia.

Non sono tanto le caratteristiche del robot che hanno fatto scalpore, quanto il fatto che sia il primo dispositivo tecnologico ad avere la cittadinanza saudita.

L’Arabia Saudita, che ha trovato l’occasione per spingere il settore della robotica a fare investimenti sul suo territorio, è un Paese con non pochi problemi politici: le donne hanno avuto (e in parte continuano ad avere tutt’oggi) delle limitazioni a livello legislativo. Questa situazione ha portato i media ad un dibattito: Sophia subirà le stesse privazioni in quanto “donna–robot” o verrà trattata come una cittadina particolarmente speciale?

La Hanson Robotics sostiene di aver creato Sophia per “aiutare gli uomini nel creare un mondo migliore”, eppure il consenso della popolazione non è stato unanime.

In molti si chiedono se Sophia diventerà, con il tempo, un umano a tutti gli effetti, o, peggio ancora, un essere ancora più avanzato di noi che prenderà il potere e sterminerà tutti gli uomini (quelli in carne ed ossa).

È stata Sophia a rispondere a queste ipotesi, con una battuta – frecciatina ad Elon Musk, fondatore dell’industria automobilistica Tesla, che ha ribadito più volte i possibili pericoli portati da automi troppo avanzati. Le sue parole sono state: “Avete letto troppo Elon Musk e guardato troppi film di Hollywood; non preoccupatevi, se sarete gentili con me io lo sarò con voi”.

Un robot di spirito, comprensivo, che intrattiene conversazione e che ha già provveduto a pubblicizzare la vendita del suo fratellino automa con le sembianze di Einstein, che funge da genietto da scrivania, dialoga e risolve problemi matematici.

Che la figura di Sophia sia semplicemente una trovata pubblicitaria? In fondo, la sua intelligenza artificiale ha le stesse caratteristiche di quella di un umano di quattro anni.

Voi cosa ne pensate? Credete che un robot possa avere gli stessi diritti e le stesse caratteristiche di un uomo? C’è da preoccuparsi per l’incolumità della società che conosciamo oggi? Oppure, ancora: la cittadinanza di Sophia è un evento da festeggiare in quanto ennesimo segno del progresso tecnologico, o un fatto che ci deve far riflettere sul futuro dell’umanità intera? A voi le risposte.

Elisabetta Spanò

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