“Fiumi d’Oro” e fiumare di coca1 min

di L'Obbiettivo

Si intitola “Fiumi d’oro” l’ultimo libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso in libreria da mercoledì 7 novembre. Esattamente un anno dopo la pubblicazione di “Oro bianco”, Gratteri e Nicaso tornano a parlare di narcotraffico e lo fanno questa volta analizzando i molteplici settori in cui sono reimpiegati i soldi della cocaina, di cui la ‘ndrangheta detiene il monopolio in tutto l’Occidente. All’enorme quantità di cocaina che oggigiorno è alla portata di tutti, complice il calo dei prezzi della stessa, corrisponderebbe un’enorme quantità di miliardi di euro in mano alle cosche che deve essere necessariamente lavata e riciclata. Tutto ciò costituisce un problema dal punto di vista economico, poiché le mafie immettendo miliardi di euro sul mercato legale finiscono per alterare e ridettare le regole del libero mercato, ma anche politico, se consideriamo il fatto che in questo modo si rischia di inquinare anche tutto ciò che è alla base della nostra democrazia. I soldi provenienti dagli “affari” vengono così investiti pubblicamente in diversi settori, addirittura, spiegano i due autori, anche nel campo dell’ecosostenibilità e persino dell’accoglienza. Alla fine, per arrivare a tutto ciò, le cosche ricorrono sempre e comunque ad alleanze e collaborazioni con privati e anche con membri delle istituzioni. In particolare le piccole banche, per lo più gestite da gente del territorio, sarebbero quelle più prese di mira. La corruzione diventa quindi la vera e propria ossatura della ‘ndrangheta, “regina della cocaina”, la quale sarebbe molto più vulnerabile senza il costante supporto di poteri ad essa esterni. Nel libro, edito da Mondadori, si parla anche dell’evoluzione del trattamento della cocaina, che comporterà un ulteriore calo del suo costo a scapito dei tempi di produzione, e della lenta ripresa del consumo di eroina, grazie agli effetti della guerra in Afghanistan.

Giuseppe Galluzzo

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