Dialogo tra una quercia e un cittadino2 min

di Luca Matteo Rodinò
“Chi è più coraggioso? Chi scappa, o chi resta? Fuggire da tutto e da tutti è un atto di coraggio o di viltà?”.
«E io che ne so».
“Pensaci su, e dimmi”.
«Dipende. Perché scappi? O perché rimani? Scappi quando hai paura di rimanere, resti quando stai bene».
“Ne sei sicuro? Non è così semplice. Poniamola così: un pittore sta dipingendo il quadro della sua vita. Un quadro armonioso e splendido. Ama la natura e vorrebbe inserire un albero nel dipinto ma… dopo vari tentativi l’albero è troppo largo, poi troppo stretto, poi sembra un arbusto. Il pittore non è in grado di disegnare un albero, abbandona frustrato il dipinto e, ignorando il problema del primo quadro, ne inizia un altro, da capo”.
«Una nuova tela, uguale alla prima?»
“Diversa ambientazione, diversi colori, ma ancora una volta l’opera della sua vita”.
«Non disegna alberi e risolve il problema. È più semplice».
“Non è così, il problema è che non sa disegnare l’albero, non può esistere un pittore che non sappia disegnare un albero”.
«Perché?»
“Può esistere un muratore che non sappia costruire un tetto? Può edificare qualsiasi cosa, ma quando dovrà costruire una casa, questa rimarrà scoperta. Allo stesso modo, il nostro pittore, prima o poi, dovrà disegnare una natura o un paesaggio”.
«Sarà un pittore particolare, non disegna nature e paesaggi. O le disegna senza alberi».
“Non può far finta di nulla, prima o poi verrà messo alla prova, dovrà dipingere un albero su una tela”.
«Ma non la finirà mai, si bloccherà ogni volta nello stesso punto. Inizierà da capo dieci, cento e mille volte ma ogni volta dovrà lasciare il lavoro incompleto, e iniziarlo nuovamente per non terminarlo mai. Finché non morirà, infelice, suppongo. Bisogna riconoscere, però, che è stato molto coraggioso a iniziare ogni volta lo stesso quadro, consapevole di non poterlo finire».
“Il nostro pittore, in realtà, finge di non sapere di non poterlo terminare, di non essere a conoscenza dei suoi limiti solo per aver timore di confrontarvisi. Ma se decidesse di imparare una volta per tutte a disegnare un albero e risolvere il problema per sempre?”.
«E se non ci riuscisse? Chissà quanto tempo impiegherà, e se ce la farà. Potrebbe morire provando a disegnare un albero senza mai riuscirci».
“Meglio morire senza averci mai provato, o morire tentando almeno una volta? Meglio morire avendo dipinto un solo magnifico quadro, o lasciarne incompiuti a decine?”.
«Dove vuoi arrivare? Non ha nulla a che fare con il discorso da cui eravamo partiti. Cambiamo argomento».
“Non lasciare le discussioni sospese, affronta e concludi il discorso. Rimanere e affrontare i problemi, o scappare per fuggire dalla spiacevole realtà, ignorarla e, una volta che si ripresenta, scappare di nuovo? Qual è la scelta più coraggiosa?”.
«Ci sono persone che devono scappare per sopravvivere, non è una loro scelta».
“È vero, ma non mi riferisco a loro; queste prima o poi impareranno a disegnare un albero”.

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