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di L'Obbiettivo

Avete presente Venezia, disposta su tanti isolotti? Ecco, tenetela bene a mente, a breve diventerà il modello al quale si rifaranno molte regioni d’Italia. Il referendum consultivo dello scorso 22 ottobre ha messo la pulce nell’orecchio a tanti comuni italiani di pretendere la loro indipendenza. Il Molise, per esempio, grazie ai suoi “Cavatelli al ragù e Fusilli alla molisana” ha tutte le carte in tavola per richiedere una propria autonomia, che si baserà su quei 46 turisti all’anno. La Puglia ha già in mente di richiedere un gemellaggio con la Cina, scambiando olio e latte di capra al posto delle figurine dei calciatori. Maroni, il nonno di Bluto–Salvini sembrerebbe abbia tutte le intenzioni di riesumare e appostare alle porte di Pavia le vecchie forze militari, i longobardi, sofferenti di artrosi e dolori all’anca, ma uniti in nome di un’ideale, difendere le origini della “polenta bergamasca”. In Veneto, capeggia il presidente Zaia, perfetto erede di Giacomo Casanova, sarà per le sue doti nel parlare, escludendo ogni vocale esistente al mondo. Il Casanova e il nonno di Bluto sono pronti a stringersi la mano, proprio come farebbero due amichetti pronti a ritornare insieme al parco giochi. Veneto e Lombardia vorrebbero che i 9/10 delle tasse rimanessero all’interno della regione, anzi sotto il materasso e vorrebbero anche che l’Unesco si decidesse una volta per tutte a dichiarare il “baccalà alla vicentina” e “l’ossobuco alla milanese” come patrimonio dell’umanità. Il ponte che unisce Venezia alla terraferma verrà sostituito con una flotta navale pronta ad allontanare gli invasori a colpi di forcola, mentre sulle colline bergamasche verranno disposti dei fortini e si giocherà tutti insieme ad “acchiapparella”. Sembrerebbe che questo referendum avesse lo scopo di far diventare l’Italia l’album da colorare della “Pimpa”, invece si è rivelato una “Pippa”, attenzione, è la sorella minore.

Antonio Panetta

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