Non aprite quella porta1 min

di L'Obbiettivo

“Non aprite porte e finestre”, sembrerebbe un monito di allerta che tradizionalmente si sente pronunciare in un film horror, invece è l’avviso categorico che i comuni di Bologna, Milano, Venezia, ma soprattutto Torino lanciano ai cittadini, per ridurre i danni dello smog alla salute. L’Italia è un paese non solo che ama rinascere dai propri errori, ma è anche impaziente di ricommetterli. Circa un anno fa, gli europarlamentari si riunivano per discutere sulle problematiche legate all’ambiente, la votazione fruttò molti frutti, sì, ma troppo marci. Verrebbe da domandarsi se la mamma dello scemo sia sempre incinta, ecco, in questo caso ha avuto un parto gemellare, visto che le “audaci” menti della Lega nord votarono per una legge non che abbassasse i limiti di PM10 (Particulate Matter o Materia Particolata), bensì che li alzasse soltanto di qualche tacca, solo il doppio dei valori (da 80 a 168), come se la spazzatura che mettiamo sotto il tappeto fosse così tanta da doverlo allungare. Una voce fuori dal coro mette in guardia le aziende interessate soltanto al profitto e non alla salute dei cittadini, a parlare dopo tanta attesa è Galletti, vi chiederete chi sia, me lo domando anch’io, a quanto pare è il ministro dell’ambiente dal 2014, il fatto che sia passato inosservato per tutto questo tempo è un primato, visto che, mai nessuno si sarebbe sognato di superare il premier Gentiloni e la mummia silenziosa di Mattarella. “Lo smog è dovuto alla crescita delle aziende”, dicono così per difendersi le industrie, ma se così fosse saremmo fuori dalla crisi da una bel po’. È chiaro che la nebbia dello smog impedirà di vedere una parte d’Italia dallo spazio, ma non si spiega ancora perché sia la politica a non vederci bene, sì, ma da un bel po’ di tempo. Forse che la lega Nord debba cambiare il suo inno da “Va’, pensiero, sull’ali dorate. Va’, ti posa sui clivi, sui colli” e noi aggiungeremmo anche “ricoperti di ignoranza e smog”.

Antonio Panetta

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