L’autostrada del Mediterraneo: in viaggio verso il progresso2 min

di L'Obbiettivo

Era il 21 gennaio 1962 e a Montevergine (Reggio Calabria) iniziavano i lavori per la costruzione della “leggendaria” Salerno–Reggio Calabria. “Leggendaria” perché, per percorrerla, ci voleva approssimativamente lo stesso tempo che Ulisse ci ha messo per tornare ad Itaca. Un’autostrada senza dubbio difficile: un percorso che taglia la punta dello stivale passando per i monti del Pollino, serpeggiando fra la macchia mediterranea e gli argentei panorami costieri. Un’autostrada in cui è incluso il secondo viadotto più alto d’Europa, il Viadotto Italia, i cui lavori di manutenzione hanno tolto la vita a un operaio. L’A3 Salerno–Reggio Calabria è stata, dal 1974 (anno in cui sono terminati i lavori di costruzione) ad oggi, luogo di ingorghi, incidenti e frane. I turisti partivano di notte per evitare di trovare traffico in quelle strade troppo strette, pericolose, proverbiali per la pessima viabilità. Le quattro ore da Salerno a Reggio Calabria stimate dall’ingegner Giuseppe Scaramuzzi negli anni ’60, fra sequestri, tragedie e lavori di ristrutturazione, si sono dilatate trasformando l’attraversamento del sud Italia in una vera e propria odissea.

(foto autostradadelmediterraneo.it)

Con l’apertura di nuove gallerie e la messa in sicurezza delle corsie, l’autostrada non è perigliosa come una volta, anzi, con l’aggiunta di infrastrutture tecnologiche avanzate (tra cui hotspot Wi–Fi) potrebbe diventare la prima smart road italiana. In seguito alla diminuzione dei tempi di percorrenza, in questi ultimi anni si è riuscito a ideare un vero e proprio progetto per valorizzare i tesori ambientali e culturali delle nostre regioni meridionali, con tanto di guida pubblicata dall’Anas in collaborazione con il giornale “la Repubblica”. Pensandoci, effettivamente, ad ogni svincolo di questo boa di asfalto corrisponde una piccola meraviglia, sia essa storica, gastronomica o naturale. Sono presenti, per tutto il percorso, 196 fortificazioni, fra torri, castelli e palazzi. Ogni uscita conduce a paesini caratteristici, coste, porti e musei: le diramazioni portano a centri di cultura e vita quotidiana. Un modo per visitare la zona Salernitana, la Basilicata e la Calabria in tutte le loro sfaccettature. In più l’Anas ha già stanziato e finanziato un Piano di manutenzione per i controlli e le ristrutturazioni periodiche.

Incredibile, vero? Quella che prima era la madre di aneddoti sul malfunzionamento dello Stato (che ha finanziato tutte le spese di realizzazione) ora è foriera di cambiamento. Però parte dell’idilliaco progetto turistico dell’Anas è, per l’appunto, un progetto. Magari, così come la predizione di Scaramuzzi si è avverata solo dopo mezzo secolo, sarà lo stesso per il rinnovo totale di quella che è stata sino a poco tempo fa una strada da incubo.

Possibile che al suo posto ci sia adesso un utopico itinerario turistico? Perché no. D’altronde, nell’Odissea, nonostante il travagliato viaggio, Ulisse visita una moltitudine di isole meravigliose e magiche. I viaggiatori, senza perdere troppo tempo in code e ingorghi, potranno finalmente deviare il loro percorso e scoprire i tesori del Sud, prima di raggiungere la loro Itaca. Ce lo auguriamo tutti, sperando che questo progetto non rimanga bloccato a metà, ma sia diverso dalle solite promesse, così da potersi realizzare totalmente.

(foto autostradadelmediterraneo.it)

Elisabetta Spanò

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