Siccità in Italia, cause e soluzioni2 min

di L'Obbiettivo
L’Italia è investita dalla siccità, oggi ce ne accorgiamo tutti per l’acqua dei laghi che scompare e il nostro grande fiume, il Po, che si sta seccando in fretta. L’Emilia Romagna è già in stato di emergenza e probabilmente presto lo sarà anche la Sardegna, a Roma è stata emanata una ordinanza contro gli sprechi e praticamente tutta la penisola sta soffrendo. Le premesse c’erano, sin da questo inverno abbiamo cominciato a vedere piogge scarse e ora il caldo dà il colpo finale.

Ma quale sono le cause? Naturalmente l’alta pressione (che allontana le piogge) e il caldo. Se per la prima non possiamo fare niente, la seconda è in parte colpa nostra. Una delle conseguenze del riscaldamento globale è la desertificazione, l’avrete sentita tante volte questa parola, ma quante le avete dato peso? Si sapeva da anni che nel futuro l’Italia sarebbe potuta diventare una torrida distesa di sabbia e ora assaggiamo l’amarezza della nostra inerzia. Inoltre non deve essere dimenticato che lo stesso processo sta avvenendo nel Sahel (a sud del deserto del Sahara) alimentando le migrazioni.

Ignorare il problema non è più possibile, né tanto meno subordinarlo ad altre questioni. È tardi, ma si può ancora fare molto. Il riscaldamento globale è un problema affrontabile solo dal modo intero, ma l’Italia potrebbe fare molto contro la siccità. Si stima, ad esempio, che circa il 27–30% dell’acqua si perda nei processi che vanno dal prelievo all’erogazione, un’enorme spreco dovuto in gran parte a condutture disastrose che tra l’altro provocano spesso disservizi.

Inoltre analizzando i dati si può osservare che il 70% dell’acqua viene usato in agricoltura, il 22% nell’industria e l’8% nelle case. Dunque è importantissimo migliorare le tecniche di coltivazione, ad esempio estendere l’uso dell’irrigazione a goccia può aiutare, e usare tecniche innovative come la coltivazione idroponica, acquaponica o aereoponica, che permettono enormi risparmi di acqua per alcuni tipi di coltivazioni (fino al 90%), sarà determinante.

Altri interventi utili possono essere la desalinizzazione di acqua marina (già largamente usata nei paesi arabi in cui scarseggiano altre fonti di acqua) e l’uso delle acque reflue depurate. Naturalmente la depurazione necessita di più attenzione di quanto non ne abbia mai avuta. La consapevolezza nell’uso domestico sarà sempre importante, ma probabilmente non decisiva.

È essenziale smettere di considerare la questione climatica un argomento secondario e impegnare tutte le forze per tentare di ricucire gli strappi che abbiamo provocato.

Nicola Varacalli

Condividi: