Il “bruco” mangia–plastica1 min

di L'Obbiettivo

In un periodo in cui parlare d’inquinamento ambientale e climatico è all’ordine del giorno è difficile, quasi impossibile, rimanere indifferenti di fronte ad alcune importanti innovazioni ed idee che potrebbero portare al risanamento del mondo che ci circonda. È la storia di Federica Bertocchini, ricercatrice italiana di biologia molecolare che ha scoperto l’esistenza, o meglio l’importanza, della larva della Galleria Mellonella.

Il “bruco” in questione possiede un enzima capace di “divorare” la plastica. La scoperta dell’enzima è stata puramente casuale, riferisce la biologa a La Repubblica: lei in realtà si occupa di biologia della ricerca, ma ha la passione per l’apicoltura, perciò in inverno è sua abitudine spostare gli alveari nella soffitta di casa. Un giorno si è accorta che alcune larve stavano divorando la casa delle api, perciò, dopo averle raccolte, le ha posizionate in delle buste di polietilene. Dopo qualche ora la biologa ha subito notato che qualcosa non andava: i bruchi avevano letteralmente divorato la plastica e stavano tentando di uscire.

La notizia è di immensa importanza in un periodo e in un mondo sempre più angosciato dai problemi ambientali, anche considerando che il normale tempo di decomposizione di un sacchetto di polietilene è di ben 400 anni.

Si capisce allora quanto sia straordinaria l’importanza della scoperta di questo enzima prodotto dalla larva, in grado di distruggere la plastica nel giro di appena qualche ora, attraverso un procedimento a bassissimo costo, che conferisce ancora più rilievo all’innovativa scoperta ed alla sua illustre artefice.

Francesco Galluzzo

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